Patrimonio Monumentale

 

Istituto Ottavio Trento

Piazza San Pietro n.9

Istituto TrentoL’incarico di costruirlo, adattando il convento delle Benedettine di San Pietro, per generosa volontà di Ottavio Trento, a casa di ricovero per i poveri, venne affidato a Bartolomeo Malacarne sin dal 1810. Il Malacarne, effettuate a ridosso del chiostro di San Pietro alcune ingenti sopraelevazioni e demolito l’antico oratorio di San Vitale, erige a occidente dello stesso chiostro un lungo e alto edificio a due piani. All’interno, nell’atrio quadrato impreziosito da lesene tuscaniche, si trova la Stele Funeraria di Ottavio Trento, unico autografo del Canova a Vicenza.

Chiostro di San Pietro
Piazza San Pietro n.9

Chiostro TrentoII chiostro si estende a meridione della chiesa omonima: quadrilatero, ha portico inferiore e loggiato superiore. Questo secondo, settecentesco e chiuso in epoca moderna da vetrate, ripropone, nella sequenza di archi a sesto ribassato tra minori elementi architravati, il motivo ricorrente della serliana. Il portico inferiore è ad arcate a tutto sesto su pilastri in laterizio a sezione quadrata. Prezioso e raffinato assieme, databile circa il quinto-sesto lustro del Quattrocento e che rientra nei limiti della campagna di lavori promossi dalla badessa Maria Verde dei Repeta, reggitrice del convento di San Pietro dal 1418 al 1444-1445.

Oratorio dei Boccalotti
Piazza San Pietro n.1

OratorioPiccolo edificio, nel lato settentrionale di piazza San Pietro. Ha pianta quadrata e tetto a capanna fortemente sporgente; al centro della larga e bassa facciata si trova l'ampia porta centinata. La fiancheggiava una scritta, divisa in due parti, con la data 1414 di erezione dell'oratorio, scritta purtroppo cancellata nel corso dei restauri effettuati attorno agli anni trenta del Novecento. Sulla centina della porta è posta una larga ghiera invaghita da formelle di cotto con decorazione di pannocchie a rilievo tra due cornici, l'inferiore interna a gemme, la superiore esterna a scacchiera; al sommo della ghiera sta una formella circolare con un boccale, insegna della fraglia dei Boccalari, corporazione di artigiani produttrice di semplici stoviglie e di eleganti decorazioni fittili. Nella sua rusticità popolaresca, questa ghiera dei Boccalotti, ancora intrisa di finezze tardogotiche, rimane l'esempio più alto del genere a Vicenza.

Chiesa della Misericordia
Contrà della Misericordia

Chiesa della MisericordiaUn primo edificio di culto deve risalire circa al 1309, quando venne qui iniziato l'ospedale della Misericordia destinato ai «poveri pellegrini, infermi, donzelle, vedove et miserabili». Attorno al 1540-1550 è possibile vi sia stata una ricostruzione della chiesa, nuovamente consacrata nel 1528. L'elegante facciata è suddivisa orizzontalmente in due piani da una semplice cornice: nel piano inferiore sono una porta maggiore affiancata da due minori, tutte centinate e con forte chiave d'arco; sulle porte minori si trovano due oculi rotondi e sulla maggiore la tabella dedicatoria.

Oratorio delle Zitelle
Contrà Santa Caterina

Oratorio delle ZitelleSorge in contrà Santa Caterina, di fronte all'omonima chiesa, sul lato occidentale della strada. Raro esempio, nel panorama architettonico vicentino, di edificio sacro a pianta ottagonale, sporge dalle case circostanti con soli tre lati liberi ed a spigolo vivo, pareti nude appena incassate entro lieve ri­quadratura costituita da paraste angolari, che segnano e nel contempo rafforzano i vertici del poligono. Sostituisce una precedente chiesa qui esisten­te accanto a una pia casa di Santa Maria delle Vergini fondata nel 1604.



Palazzo Sale Serbelloni
Contrà Oratorio dei Proti

Palazzo SerbelloniA seguito dei vari interventi succedutisi e specialmente di quelli, da ritenersi determinanti, che devono essersi verificati nel primo decennio del Settecento, palazzo Sale risulta un edificio dalla facciata asimmetrica; nel piano terreno, a intonaco di leggero bugnato, si apre un grande semplice portone centinato. All'interno, già sede della Congregazione di Carità, l'atrio passante ha soffitto a travature scoperte e sulla porta della scala in galleria era la scritta, oggi scomparsa: «E QUIVI IN LETTRE D'OR UN MOTTO DICA / A GLORIA NON SI VIEN SENZA FATICA». Nel piano nobile si trova la sala dell'alcova, purtroppo in parte accecata e manomessa. Nella parete di fronte all'alcova, tra le finestre, si trova un grandioso camino dalla nappa arricchita di sontuosi stucchi che incorniciano gli stemmi dei Sale e degli Arnaldi: ricordo del matrimonio di Ottaviano Sale con Cornelia Arnaldi.

 

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